Al cuore del problema ambientale
Intervento di Anna Re al Convegno del 18 Maggio
“The favorite adjective of [the environmental] movement now seems to be planetary. This word is used, properly enough, to refer to the interdependence of places, and to the recognition, which is desirable and growing, that no place on the earth can be completely healthy until all places are. Only love can bring intelligence out of the institutions and organizations… Love is never abstract. It does not adhere to the universe or the planet or the nation or the institution or the profession, but to the singular sparrows of the street, the lilies of the field…” ( Wendell Berry, “Word and Flesh” )
“Questa strada ha un cuore? Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha non serve a niente. Entrambe le strade non portano da alcuna parte, ma una ha un cuore e l’altra no. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L’altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l’altra ti indebolisce”. ( Carlos Castaneda, Gli insegnamenti di don Juan )
Con sempre maggiore insistenza i media ci illustrano la crisi ambientale che stiamo vivendo. Se ne parla, legittimamente, in termini globali, ma da una tale prospettiva non si riesce a provocare un coinvolgimento dei cittadini e si genera solamente un sentimento di ansia astratta che non conduce a risultati e a prese di posizione concrete. La sensazione è che il problema sia lontano e ancora di più indipendente da noi, che il singolo non possa incidere sugli equilibri planetari. Ma non è realmente così. Per comprendere quando sia prossimo alla nostra quotidianità quello che sta accadendo è necessario ridurre il campo di azione e occuparci di chi ci è vicino, di ciò che amiamo, di percorrere quel sentiero “con un cuore” indicato dal Don Juan di Carlos Castaneda (Gli insegnamenti di don Juan, 1999). Occuparsi del “qui e ora”, dei “singular sparrows of the street” citati dallo scrittore e naturalista americano Wendell Berry è uno degli interessi maggiori della letteratura ambientale e del genere nature writing che negli Stati Uniti hanno avuto una diffusione molto ampia (Henry David Thoreau, John Muir, Aldo Leopold, Rachel Carson, Edward Abbey, Annie Dillard, Terry Tempest, Barry Lopez, solo per citare alcuni classici). Negli ultimi 15 anni le scienze cognitive sono arrivate inoltre a sostenere che l’interazione di razionalità, esperienza e affettività permetta all’uomo di avere una migliore percezione della realtà perché in tal mondo vengono utilizzati due sistemi interattivi e paralleli per elaborare le informazioni: quello razionale – rational system – e quello dell’esperienza – experiental system – che codifica la realtà attraverso immagini, metafore e racconti associati a sentimenti e affetti. Il punto è centrale perché evidenzia l’efficienza, la velocità e la facilità con cui possiamo pervenire a una migliore percezione della realtà tramite l’experiental system. La narrativa è emotivamente coinvolgente e rappresenta gli eventi in un modo simile a come vengono sperimentati nella vita reale, includendo un luogo, un tempo, personaggi con un loro progetto, uno spiegarsi sequenziale. Il risultato è che la narrativa è intrinsecamente attraente, diversamente da conferenze su argomenti astratti e documenti tecnici. Trovare una modalità di comunicazione che sappia interagire con l’experiental system può contribuire a migliorare la percezione delle questioni ambientali. La letteratura può essere in grado di veicolare tali contenuti poiché usa un linguaggio emotional, in grado di trasmettere emozioni, motus. Per questa ragione la comunicazione e l’educazione all’ambiente dovrebbero tenere in seria considerazione la narrativa per raggiungere un pubblico più ampio. Relazioni, interconnessione, positività, energia, azione: la letteratura ambientale si delinea come un tentativo riuscito di restituire all’uomo il senso profondo del suo essere, di riportarlo lungo quel sentiero che porta all’armonia e a una proficua e gratificante relazione con l’ambiente naturale che ci circonda. La strada da percorrere è quella con “un cuore” come suggerisce il Don Juan di Castaneda: “Questa strada ha un cuore? Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha non serve a niente. Entrambe le strade non portano da alcuna parte, ma una ha un cuore e l’altra no. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L’altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l’altra ti indebolisce”.
Anna Re
Esperta in Letteratura Ambientale